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PROMETHEO NEWS #09/99 - 2 Settembre 1999
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"Prometheo News" è il bollettino inviato periodicamente per
tenerVi informati sulle iniziative e sul lavoro della Prometheo. Inoltre
potete trovare notizie e consigli per utilizzare al meglio il Vostro PC.
Se avete suggerimenti o commenti inviateceli a mailto:info@prometheo.it
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Novità! Novità! Novità! Novità!
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Prima di tutto Ben Tornati a tutti dalla vacanze. Abbiamo rilasciato il
nuovo listino ed aggiornato tutti i prospetti dei corsi. Ovviamente potete
trovare tutto sul sito. La novità principale dal punto di vista
commerciale è l'introduzione dei Corsi Individuali, ovvero nel caso di
corsi individuali svolti presso una delle nostre sedi non applichiamo più
il costo orario per corsi di gruppo ma una tariffa ridotta (di 20.000
lire), in modo da agevolare chi per motivi di tempo/orari o giorni o per
esigenze formative particolari non può seguire un normale corso a
calendario.
Il sito ha avuto qualche ritocco qua e là
ed abbiamo cercato di migliorarne ancora la navigabilità. Abbiamo anche
aggiunto un articolo sulle "Configurazioni dual processor", di
Paolo Corsini, che potete trovare qui:
http://www.prometheo.it/a_dual_processor.htm
A giorni attiveremo, all'interno della sezione Articoli, delle
pagine con documenti di riferimento e white paper rilasciati dai
principali operatori dell'informatica. Ma questo non è tutto, altre
interessanti novità sono in cantiere e vedranno la luce a breve.
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Siti Interessanti
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Ognuno di voi almeno una volta nella vita ha mangiato un Bacio Perugina, e
sicuramente ha dato una sbirciatina al tradizionale bigliettino con una
frase famosa. C'è qualcuno che ha fatto qualcosa di più: colleziona da
15 anni i bigliettini ed ha messo le frasi a disposizione di tutti su
Internet, catalogati per tipologia. Curiosi? Eccovi l'indirizzo del sito:
http://www.alebaci.it/
[aggiornamento: link
aggiornato]
al volo vi riporto una delle centinaia di
frasi presenti sul sito:
"Che faccenda maledettamente pazza è l'amore."
(Emanuel Schikaneder)
Vero no?
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Tutti voi sapete che Internet è basato su tanti computer messi in rete
(collegati) tra di loro, dove sono memorizzati i vari siti. Per poter
distinguere un computer dall'altro ad ogni computer è associato un
indirizzo di tipo numerico univoco che lo contraddistingue (detto
"indirizzo IP") e che è formato da 4 numeri da 0 a 255 separati
da un punto. Per rendere il meccanismo di utilizzo di Internet più
"umano" ad ogni sito viene associato anche un proprio
"nome" alfabetico (detto dominio Internet o nome di dominio o
domain name), di uso più intuitivo. Pensate come sarebbe diverso Internet
se, per indicare il sito della tin, si dovesse digitare non www.tin.it (il
suo nome di dominio) ma il suo indirizzo IP: 194.243.154.15. Degli
appositi server in rete, detti DNS (Domain Name System), provvedono a
"tradurre" i domini nel relativo indirizzo IP.
Tutti i nomi di domini vengono divisi per "categorie" (dette
TLD, Top Level Domain), indicate dalla sigla che appare alla fine del nome
del sito. Le categorie fanno riferimento o alla nazione a cui appartiene
il sito, ad esempio .it per l'Italia, oppure alle categorie americane che
vengono utilizzate un po' dappertutto (i vari .com .net .org).
Quando viene creato un nuovo sito si può scegliere o di appoggiarsi su un
sito già esistente oppure di registrare un proprio nome di dominio
(operazione di solito svolta dal proprio provider), cosa quest'ultima che
dà sicuramente una immagine migliore oltre ad avere il vantaggio di non
essere legati al nome del proprio provider (e quindi di poterlo magari
cambiare in futuro senza dover cambiare nome al proprio sito).
Ad esempio, se creo un sito sulle previsioni del tempo, utilizzando gli
spazi gratuiti messi a disposizione per le aziende da Hypermart http://www.hypermart.net
(che è uno dei migliori siti che offrono questo tipo di servizio),
potrò avere un sito con nome:
http://meteo2000.hypermart.net/
(che per inciso è un mio piccolo esercizio estivo, dove potete trovare
utili informazioni sulle previsioni meteo) [aggiornamento: ora il
sito meteo 2000 lo trovate qui: http://www.italia.ms/meteo2000/]. Se però un giorno decidessi
di non utilizzare più Hypermart per questo sito, dovrei cambiargli il
nome e perderei tutti i frequentatori già acquisiti. Se invece decidessi
di cambiare il provider del sito della Prometheo, il nome rimarrebbe
sempre http://www.prometheo.it/
Il problema che sorge è che anche i nomi di domini, per ovvie ragioni,
devono essere univoci. per cui se due aziende italiane hanno lo stesso
nome, solo una (chi fa prima!) potrà avere il sito .it con il proprio
nome. L'altra dovrà o utilizzare una delle possibilità
"internazionali" (ad esempio www.prometheo.com), sempre se sono
ancora "libere", o dovrà cambiare un po' il nome (ad esempio
aggiungendoci anche la ragione sociale, un qualcosa tipo
www.prometheosrl.it). Pensate che alcune stime indicano che ogni giorno
vengono registrati nel mondo più di 10.000 nuovi nomi. Questo meccanismo
di registrazione dei siti ha dato luogo a fenomeni di accaparramento,
soprattutto in America dove basta pagare (poche decine di dollari per ogni
sito) e si possono registrare tutti i nomi che uno desidera. Per cui,
soprattutto in passato, non sono stati rari i casi di nomi
"famosi" registrati da speculatori, in anticipo rispetto alle
relative aziende, e poi rivenduti a cifre esorbitanti (emblematico il caso
del domain name del famoso motore di ricerca, http://www.altavista.com,
per il cui domain name la Compaq ha pagato milioni di dollari per averlo
dal tipo che l'aveva registrato con poche decine di dollari!).
Per saperne di più sui domini potete leggere questi articoli
interessanti:
http://www.apogeonline.com/informaz/art_44.html
http://www.repubblica.it/online/internet/nomirete/
urlmerchant/urlmerchant.html
In Italia l'organismo responsabile dell'assegnazione dei nomi è la
Registration Authority Italiana, che trovate qui:
http://www.nic.it/
In particolare di questo sito vi segnalo il regolamento per la
Assegnazione di un dominio:
http://www.nic.it/NA/rulesnab.html
Se volete registrare un nuovo sito in uno dei domini internazionali ed
avete una carta di credito a portata di mano potere andare al seguente
sito, utile anche per verificare se il fantastico nome a cui avete pensato
è ancora libero:
http://www.register.com/
Se volete anche sapere a CHI appartiene un sito, potete utilizzare questo
sito:
http://www.checkdomain.com/
Ad esempio si può scoprire che il sito www.virgilio.it è intestato ad
una certa Blue Srl.
Ulteriori informazioni (in inglese) sui domain name li potete trovare qui:
http://www.igoldrush.com/guide.htm
Un sito più curioso, che utile è il seguente che riporta settimana per
settimana i nuovi nomi di domini registrati, anche quelli italiani:
http://www.kobold-media.com/it/ [link non più funzionante]
Se gli andate a dare un occhiata potete verificare di persona che non c'è
limite alla fantasia ed alla creatività umana! Volete qualche esempio,
presi dall'ultima settimana?
www.ansitz-goller.it, www.kueglerhof.it, www.10cc.it
ma ce ne sono anche di più normali come:
www.sviluppolocale.it, www.termedicastrocaro.it,
www.corrieredelmezzogiorno.it
Per un totale di ben 280 siti registrati in una sola settimana, di agosto!
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Altri siti interessanti, divisi per categorie, li potete trovare nelle
nostre pagine dedicate ai link, periodicamente aggiornate ed arricchite:
http://www.prometheo.it/link.htm
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Angolo della Lettura
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Questa volta parliamo de "Lo Zen e l'arte della manutenzione della
motocicletta" di Robert M. Pirsig. Il teme centrale del libro sono i
discorsi (i Chautauqua, come li definisce l'Autore) sulla Qualità. A
questo tema si intreccia il racconto del suo viaggio in moto con il figlio
Chris dal Minnesota al Pacifico, il rapporto di Pirsig con il figlio e con
il misterioso personaggio "Fedro" ed emblematici consigli sulla
manutenzione delle motociclette. Un libro profondo, a volte un po'
difficile da leggere, ma sicuramente da non perdere.
Vi ho riportato un brano dal primo capitolo in cui l'Autore descrive il
significato dei Chautauqua e l'obiettivo del libro. Poi ero indeciso tra
altri due brani, alla fine ho scelto il più breve! Anche perché a causa
delle varie ferie non avevo nessuno a portata di mano per farmelo
digitare, per cui l'ho dovuto trascrivere io e per di più ho usato il mio
palmtop, che anche se è un piccolo gioellino, non è proprio comodissimo
per scrivere lunghi testi. Magari l'altro brano ve lo propongo in uno dei
prossimi numeri. Contateci.
Tra le parentesi angolari <> trovate le parole in corsivo nel testo
originale. Buona lettura!
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Questo è tutto. Alla prossima. Auguro a tutti Buon Lavoro.
Massimo Di Bello
Amministratore Unico
Prometheo Srl
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Visitate il nostro sito Web: http://www.prometheo.it
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Se non volete più ricevere questa newsletter inviate un email a
info@prometheo.it
indicando come "Oggetto": No Newsletter
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Appendice: Brano tratto da "Lo Zen e l'arte della
manutenzione della motocicletta" di Robert M. Pirsig
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Se non ti diverti a urlare, su una moto in corsa non fai grandi
conversazioni. Invece passi il tempo a percepire le cose e a meditarci
sopra. Su quello che vedi, su quello che senti, sull'umore del tempo e i
ricordi, sulla macchina che cavalchi e la campagna che ti circonda,
pensando a tuo piacimento, senza nulla che t'incalzi, senza l'impressione
di perdere tempo.
Mi piacerebbe usare il tempo che ho a disposizione per parlare di alcune
cose che mi sono venute in mente. Il più delle volte abbiamo tanta fretta
che le occasioni per parlare sono ben poche. Il risultato è una specie di
superficialità quotidiana senza fine, una monotonia che anni dopo ti
porta a chiederti che ne è stato del tuo tempo e a rimpiangere che sia
trascorso. Ora, invece, vorrei usare il mio per parlare un po' a fondo di
cose che sembrano importanti.
Quel che ho in mente è una specie di Chautauqua - non riesco a definirlo
altrimenti -, come i Chautauqua ambulanti che si rappresentavano sotto un
tendone e si spostavano da un capo all'altro dell'America, l'America in
cui siamo noi adesso, una serie di conversazioni popolari intese a
edificare e divertire, a migliorare l'intelletto e a portare cultura e
illuminazione alle orecchie e ai pensieri degli ascoltatori. I Chautauqua
furono soppiantati dal ritmo più serrato della radio, del cinema e della
televisione, e non mi pare che sia stato in assoluto un progresso. Forse
grazie a questi cambiamenti il torrente della coscienza nazionale è più
rapido e copioso, ma mi pare che scorra meno in profondità. Con questo
Chautauqua non mi propongo di aprire qualche nuovo canale di coscienza, ma
semplicemente di scavare più a fondo in quelli vecchi, ormai ostruiti
dalle macerie di pensieri divenuti stantii e di ovvietà troppo spesso
ripetute. L'eterno "che c'è di nuovo" allarga gli orizzonti, ma
se diventa l'unica domanda rischia di produrre solo i detriti che
causeranno l'ostruzione di domani. Mi piacerebbe, invece, interessarmi
alla domanda "Che c'è di meglio?", che scava in profondità
invece che in ampiezza. Nella storia dell'umanità ci sono state epoche in
cui i canali di pensiero avevano un corso talmente determinato che nessun
cambiamento era possibile; non succedeva mai niente di nuovo, e 'il
meglio' era una questione di dogma, ma non è il nostro caso. Adesso
sembra che il torrente della nostra coscienza comune stia straripando,
perdendo la sua direzione e il suo scopo centrale, senz'altro scopo se non
quello del rovinoso compimento del suo impulso interiore.
(...)
Quella gente sola, là in paese. Li ho visti al supermarket, in lavanderia
e quando abbiamo pagato il conto del motel. Tutti questi camioncini
adattati a camper tra le sequoie, pieni di pensionati solitari che
guardano gli alberi in attesa di arrivare sull'oceano. Quello sguardo
indagatore... lo cogli un attimo quando un volto ti guarda, poi, subito,
scompare.
Ora di questa solitudine se ne vede molta di più. E' paradossale che
nelle grandi città costiere, sia all'ovest che all'est, quelle dove la
gente vive più affollata, ci sia più solitudine. Dovrebbe essercene di
più nell'Oregon occidentale, nell'Idaho, nel Montana, nel Nord e nel Sud
Dakota, dove la gente è sparpagliata. Ma è la distanza psichica che
conta.
L'America che abbiamo attraversato, l'America delle strade locali, dei
canali scavati dai cinesi, dei cavalli, delle grandi catene montuose,
delle lunghe meditazioni, dei bambini che raccolgono pigne, era dominata
dalla realtà, da quello che avevamo <intorno> a noi; e la
solitudine quasi non la sentivi. Probabilmente così doveva essere cento o
duecento anni fa. Quasi nessuno intorno, ma poca solitudine.
La responsabilità di questa solitudine viene attribuita in gran parte
alla tecnologia - e associata alla TV, ai jet, alle autostrade e così via
-, ma spero di aver chiarito abbastanza che il vero male non sono i
prodotti della tecnologia, quanto la tendenza che quest'ultima ha di
isolare la gente, di abituarla a degli atteggiamenti di indifferenza al
mondo. E' l'oggettività, il modo dualistico di considerare le cose insito
nella tecnologia, che è responsabile del male. Ecco perché mi è stato
tanto difficile dimostrare come si potrebbe impiegare la tecnologia per
distruggere il male. Se sai riparare una motocicletta - servendoti della
Qualità - hai meno probabilità di rimanere senza amici di uno che non la
sa riparare. Gli amici, inoltre, non vedranno in te una sorta di
<oggetto>. Qualsiasi lavoro tu faccia, se trasformi in arte ciò che
stai facendo, con ogni probabilità scoprirai di essere divenuto per gli
altri una persona interessante e non un oggetto. Questo perché le tue
decisioni, fatte tenendo conto della Qualità, cambiano anche <te>.
Meglio: non solo cambiano te e il lavoro, ma cambiano anche gli altri,
perché la qualità è come un'onda. Quel lavoro di Qualità che pensavi
nessuno avrebbe notato viene notato eccome, e chi lo vede si sente un
pochino meglio: probabilmente trasferirà negli altri questa sua
sensazione e in questo modo la Qualità continuerà a diffondersi.
E' così che il mondo continuerà a migliorare. Dio, non voglio più
entusiasmarmi per grandi programmi di pianificazione sociale che
coinvolgono le vaste masse e che trascurano la Qualità individuale. Si
può farne a meno, per un po'. C'è posto anche per loro,
ma devono essere costruiti su basi solide: la presenza della Qualità in
ciascuno degli individui che li sostengono. In passato questa Qualità
individuale esisteva, e noi la sfruttavamo senza saperlo, come fosse una
risorsa naturale: ora è quasi esaurita. In noi l'<enthousiasmos> si
è pressoché spento. E penso che sia venuto il momento di ricostituire
<questa> risorsa americana - il valore del singolo. E' una cosa che
certi reazionari ripetono da anni. Non sono uno di loro, ma se essi
parlano dell'autentico valore dell'individuo, e se i loro discorsi non
sono un semplice pretesto per arricchire ulteriormente chi è già ricco,
allora io ritengo che abbiano ragione. Abbiamo davvero bisogno di
riacquistare l'integrità individuale, la fiducia in noi stessi e
l'<enthousiasmos> dei vecchi tempi.
Fedro prese un'altra strada. Per me era una strada sbagliata, ma se mi
fossi trovato nella sua situazione forse avrei fatto lo stesso. Lui era
convinto che la soluzione stesse in una nuova filosofia, anzi, per lui il
problema era ancora più vasto: parlava di una nuova <razionalità>
spirituale, nella quale le brutture, la solitudine e il vuoto spirituale
della ragione tecnologica e dualistica sarebbero divenuti illogici. La
ragione non sarebbe più stata "neutrale rispetto ai valori", ma
logicamente subordinata alla Qualità. Fedro era certo che avrebbe
riscoperto perché al tempo dei greci antichi essa non lo era stata. Il
loro <mithos> aveva dato alla nostra cultura quella tendenza che
sottende tutto ciò che è male nella nostra tecnologia, la tendenza <a
fare ciò che è "ragionevole" anche se non fa bene a
nessuno>. Qui stava la radice di tutto. Molto tempo fa ho detto che
Fedro inseguiva il fantasma della ragione. Ecco ciò che volevo dire,
Molto tempo fa, chissà quando, ragione e Qualità si sono staccate e sono
entrate in conflitto tra loro; la Qualità è stata schiacciata e la
ragione l'ha avuta vinta. |